martedì 15 luglio 2008

Salute: notti in bianco, chat e drink regalano peso alle ragazzine

Le cattive ragazze non vanno in paradiso, ma se sono adolescenti rischiano di ritrovarsi con qualche chilo di troppo. Sembra, infatti, che le notti in bianco passate magari a chattare su Internet, l'eccesso di drink e la passione per la Rete porti molte ragazzine ad aumentare di peso. A indagare sui nemici della linea delle adolescenti è uno studio pubblicato sul 'Journal of Pediatrics' e condotto da Catherine Berkey e dei colleghi della Harvard Medical School, del Brigham & Women's Hospital e della Washington University, su oltre 5.000 teenager tra 14 e 21 anni di tutti gli Stati Uniti. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che più tempo passato su Internet, più alcolici e meno sonno si traducono in un aumento di peso per le giovanissime. In particolare, a ingrassare di più rispetto alle altre sono le 'over 18' che consumano più di due superalcolici a settimana, o dormono meno di 6 ore a notte, e per di più sono appassionate del web. Uno stile di vita che rischia di regalare alle ragazze, in media, 2 chili in più l'anno. Insomma, secondo i ricercatori è bene mettere in guardia le giovanissime rispetto a queste nuove insidie per la linea, 'figlie' di uno stile di vita moderno. Anche perché queste cattive abitudini possono far aumentare gradualmente di peso, senza che nè le dirette interessate, nè i genitori, capiscano il perché.

Salute: fertilita' a rischio per uomini obesi o diabetici

Sono ridotte al lumicino le speranze di diventare papà se l'aspirante genitore deve fare i conti con i chili di troppo o il diabete. Due studi presentati a Barcellona, dove è in corso il 24esimo congresso della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre), mettono l'accento sui rischi per la fertilità maschile provocati dall'eccesso di zuccheri e dall'obesità. "Gli uomi obesi - chiarisce Ghiyath Shayeb, dell'università di Aberdeen - se vogliono tenere in braccio il proprio bambino devono prima mettersi in testa di perdere peso, perchè tanti più sono i chili che devono portarsi dietro - aggiunge - minore sarà la quantità e la qualità di liquido seminale prodotto e alta la percentuale di anomalie negli spermatozoi". Le conclusioni dello studio scozzese sono suffragate dall’analisi dei dati raccolti tra 5.316 uomini che si erano rivolti in precedenza a centri per la fecondazione assistita. Di questi 2.037 hanno fornito tutte le informazioni personali, comprese quelle sul proprio indice di massa corporea. Quindi, gli scienziati hanno diviso gli aspiranti papà in quattro gruppi, da quelli sottopeso a quelli fortemente sovrappeso. E dopo aver standardizzando i dati 'depurandoli' dagli altri possibili fattori che incidono sulla fertilità - come il fumo, l'abitudine all'alcol, l'età o il tempo di astinenza prima del prelievo del liquido seminale - hanno scoperto il ruolo del peso nel determinare la qualità dello sperma. "Gli uomini appartenenti al gruppo delineato dai parametri di peso normale - rivela Shayeb - sono risultati quelli con la maggiore quantità di seme, e di qualità nella norma". Il secondo studio, della Queen’s University di Belfast rivela invece come "il diabete daneggi il Dna dello sperma. Tanto che - spiega Con Mallidis - l'aumento del numero dei diabetici in eta’ giovanile coincide con il problema dell'infertilità maschile in ascesa". Lo scienziato spiega che i danni prodotti dall'eccessiva presenza di zuccheri nell'organismo si riflettono a livello molecolare. Studiando campioni di sperma prelevato a uomini sottoposti a insulinoterapia, infatti, Mallidis ha scoperto che "all’esame con il microscopio le differenze tra uomini diabetici e sani sono lievi, ma se si analizza il Dna il quadro diventa un altro, con numerose anomalie proprio nel sistema di 'riparazione' del codice genetico, dunque del Rna. Soprattutto si osserva una diminuzione di una proteina responsabile della produzione della sperminina e spermidina, che regolano la crescita delle cellule e stabilizzano il Dna. E allo stesso tempo aumentano invece i livelli di un composto, nel tratto riproduttivo maschile, legato alla presenza degli zuccheri e in grado di daneggiare il Dna", conclude lo scienziato.

Salute: fertilita' a rischio per fumatrici over30 e in carne, amanti caffe' e drink

Emancipazione femminile nemica del desiderio di diventare mamma. E' questo il dilemma 'in rosa' che ancora una volta emerge dal 24esimo congresso della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre), in corso a Barcellona, in Spagna. Se è vero che i problemi di fertilità riguardano sempre più spesso anche lui, resta evidente come stile di vita occidentale e ambizioni di maternità non vadano d'accordo. Caffè e alcol, per esempio, riducono la fertilità delle donne che già hanno problemi a concepire naturalmente un bimbo. Ma 'sotto accusa' finiscono anche l'alcol, il fumo di sigaretta e i chili di troppo. Uno studio olandese della Radboud University, presentato nel corso del meeting, rivela infatti come bastino 4 tazze di caffè per tagliare di oltre un quarto (26%) le chance di restare incinta. La ricerca, condotta su 9 mila donne ha evidenziato come le stesse percentuali di insuccesso siano attribuibili a quante si concedano qualche drink alcolico tre volte a settimana. Ma più del caffè e dell'alcol possono le sigarette e il sovrappeso, capaci di ridurre a lumicino le speranze di maternità fino a un esiguo 5% per le donne che a 36 anni fumano e hanno addosso qualche chilo di troppo. Oltre a indulgere troppo in caffè e alcol. Evidenze rimarcate anche da Andrea Borini, ginecologo e direttore scientifico di Tecnobios Procreazione che, in base alla sua esperienza rivela come "il sovrappeso sia il nemico numero uno dell'ovulazione, e anche delle probabilità di portare a termine una gravidanza. Colpa di ipertensione, diabete e gestosi. Tanto che ogni ginecologo serio dovrebbe suggerire alla propria paziente con qualche chilo di troppo di dimagrire prima di tentare di restare incinta". Il fumo fa altrettanto male "perchè - ricorda il medico italiano - danneggia i tessuti delle tube". Ma un po' di attenzione va prestata anche all'età, vero termometro della capacità di diventare madri. "Le probabilità di restare incinte - rivela Borini - raggiungono il picco massimo intorno ai 20 anni, quando si attestano a circa il 30% per ogni rapporto nel periodo fertile. Più in generale - aggiunge - il 70% delle ventennni riesce ad avere una gravidanza entro sei mesi. Un ulteriore 15% nell’anno successivo mentre il restante 15% ha già a quell'età problemi di sterilità". Le cose però si complicano rapidamente. Già a 30 anni "le probabilità di restare incinta subito sono scese al 20%, per poi precipitare rapidamente", conclude il ginecologo.